Fotografia

I vincitori di Unpublished Photo 2021

© 2021 Khanh Bui Phu / UP21

Sono stati assegnati i premi del concorso per giovani fotografi Unpublished Photo 2021, promosso dal MUSEC e dalla Fondazione culture e musei di Lugano, in collaborazione con 29 ARTS IN PROGRESS gallery di Milano. Presieduta dal fotografo tedesco Han Georg Berger, la giuria internazionale ha scelto i quattro vincitori del premio UP21, le cui opere saranno esposte al MUSEC dal 23 settembre 2021 al 21 febbraio 2022. Il MUSEC dedicherà inoltre agli artisti vincitori un’agile pubblicazione nella quale saranno presentate le motivazioni della giuria e un profilo biografico e critico.

Sono risultati vincitori ex aequo del 1° premio, consistente in una borsa di chf 5.000, il fotografo vietnamita Khanh Bui Phu e il giovanissimo fotografo siriano Mouneb Taim. Al terzo posto, anche qui ex aequo, si sono classificati il fotografo indiano Avinash Mishra e il cinese Li Zhang. Il premio speciale assegnato dalla Artphilein Editions di Lugano, consistente nella pubblicazione di un prestigioso volume, è andato al fotografo vietnamita Khanh Bui Phu. La giuria ha inoltre segnalato con una speciale menzione i due fotografi del Bangladesh Ahmed Rayhan e Shifat Shifatunnabi.

I vincitori

Khanh Bui Phu (1987) ha presentato il progetto Make a nomadic living on the water ecosystem. «Con grande intensità poetica e con un sapiente utilizzo dei contrasti cromatici il fotografo racconta la vita dei pescatori nomadi della Regione vietnamita di Lam Dong, che non riescono a stare al passo con lo stile di vita moderno, l’inquinamento ambientale, la deforestazione e l’erosione degli ecosistemi naturali che ne minacciano la base esistenziale. La giuria ha rilevato inoltre una forte carica narrativa e un linguaggio che senz’altro trova molte corrispondenze con la moderna letteratura del suo Paese».

Mouneb Taim (2001) ha presentato il progetto War Notes. «Si tratta al contempo di un documento impressionante della vita quotidiana durante la recente guerra che ha insanguinato la Siria e di un messaggio lirico che il giovanissimo fotografo esprime sentendosi parte di una cultura ferita, non senza però una profonda nota di speranza che alla fine prende il sopravvento fra la distruzione».

Di grandissimo interesse anche il reportage The Colors Empire condotto dal fotografo indiano Avinash Mishra (1999) durante la celebre “cerimonia dei colori” di Mathura. «Con un linguaggio fortemente orientato alla restituzione delle masse in movimento, l’artista, attraverso la scelta della fotografia in bianco e nero, trasforma la sostanza dei contrasti cromatici in una vivida rappresentazione dell’umanità e del senso religioso della vita».

Li Zhang (1991) con il progetto When I was a Child «conduce un’indagine introspettiva sulla sua infanzia rielaborando attraverso lo scanner e la macchina fotografica, vecchie immagini scattate dal nonno. In tal modo con un linguaggio venato da una sottile poesia, e grazie a una tecnica innovativa, accresce il valore e la capacità espressiva di una intima connessione generazionale costruendo un ponte visivo e stilistico fra gli anni ‘90 e il nostro tempo».

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