Ticino-Parigi: le opere di Angelo Giorgetti in mostra a Rancate

Angelo Giorgetti, Lago di Lugano, anni quaranta, olio su tela. Collezione Famiglia Kuder-Giorgetti, Collina d’Oroshot.
La Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate apre la stagione primaverile delle mostre con la prima esposizione monografica dedicata ad Angelo Giorgetti (1899-1960), pittore e scultore figurativo, un nome oggi noto solo ai collezionisti più attenti, ma che con la sua arte dallo spirito internazionale e locale ci trasporta dalla Parigi degli “anni folli” al Ticino del Dopoguerra. La sua pittura ha una doppia anima: da una parte delinea uno spirito da cronista, da testimone del proprio tempo, pronto a cogliere, specie nei ritratti, l’attimo fuggente; dall’altra ci segnala l’osservatore attento, che ricerca, soprattutto nei paesaggi e nelle nature morte, l’equilibrio fra luce, colore e composizione.
La sua vita delinea la parabola esistenziale e artistica di un uomo amante del ballo e dell’equitazione, sciatore provetto, marito e padre affettuoso, bon vivant pur nelle difficoltà degli anni attraversati, e di un pittore figurativo, uno degli ultimi a uscire dallo studio e a dipingere dal vero nei parchi, in città, in spiaggia, in alta montagna. Il suo modus operandi viene raccontato dallo storico Giuseppe Martinola: «Angelo Giorgetti siamo abituati a vederlo fuori, col suo cavalletto, la scatola dei colori ai piedi, indisturbabile sul seggiolino pieghevole […]. Pittori in giro per le piazze, al parco, sulla riva non se ne vedono quasi più; e anche quelli che uscivano all’aperto, che lavoravano en plein air si sono tappati nei loro studi silenziosi. Il Giorgetti ha saputo tener duro, continuando una tradizione che s’è venuta spegnendo. Invidiabile lui, ha superato il fastidio della gente che si accalca intorno curiosa e che ha fatto battere in ritirata tanti altri, si è corazzato contro il rumore e il frastuono della città, contro le mutevolezze del clima a cielo scoperto».

Angelo Giorgetti, Ritratto di signora in giallo, 1940, olio su tela. Collezione Famiglia Giorgetti, Lugano.
Nato a Milano da famiglia ticinese, dopo essersi formato negli studi di Adolfo Wildt e Aldo Carpi, agli inizi degli anni Venti si trasferisce a Parigi, vivendo il clima internazionale degli “anni folli”. Di questa stagione rimangono eleganti ritratti femminili e felici vedute della capitale francese. Rientrato nel Ticino alla vigilia della Seconda guerra mondiale, Giorgetti si specializza nella ritrattistica e nei paesaggi, dedicandosi anche a temi di figura, natura morta, fiori e all’arte sacra, e sperimenta tecniche quali l’affresco e il mosaico. Amante della montagna, che dipinge in luminosi scorci delle valli sopra Lugano e dell’Engadina, compie viaggi di aggiornamento in Germania e in Italia, scegliendo di trascorrere a Lugano gran parte della sua vita.
La mostra, che nasce dall’incontro con Luca Giorgetti, nipote del pittore, presenta per la prima volta, attraverso dipinti, disegni, mosaici, sculture, fotografie e documenti inediti, la vita e il percorso artistico di quest’autore, che possiamo considerare come un testimone del proprio tempo. Le opere, che abbracciano quarant’anni di attività, provengono dal fondo dei discendenti di Giorgetti, da collezionisti privati e dal MASI di Lugano e offrono uno spaccato inedito su un pittore vissuto nel primo Novecento, oggi dimenticato ma dal sicuro fascino.
Angelo Giorgetti. Dalla Parigi degli “anni folli” al Ticino del dopoguerra, a cura di Simona Ostinelli, è aperta al pubblico sino al 7 settembre 2025. Aprile-giugno e settembre: Ma-Ve, 9-12 e 14-17; Sa-Do: 10-12 e 14-17. Luglio e agosto: 14-17.
